domenica 5 maggio 2013

Inizia sempre per caso..

E' buffo vedere la reazione delle persone alla parola "PIROGRAFISTA": accigliate, spesso, scuotono la testa, chiedendomi di ripetere. Poi segue la domanda "Come hai iniziato? Hai studiato in un istituto d'arte?"
Panico, panico, panico. Come si fa a riassumere anni di ricerca di una identità, di passioni non ben identificate??
Rispondo spostando l'attenzione su una persona che probabilmente non incontrerò più, ma a lui sento di dover tutto.
Quel tutto è iniziato grazie al c...aso (ma esiste sul serio?), a un uomo che non vive più nel mio paese, singolare nell'aspetto: un artigiano della pelle.
Entrai nel negozio e chiesi informazione per realizzare un mio disegno su pelle; lui, di risposta, volle regalarmi un pirografo elettrico per farlo di mio pugno. Non lo accettai, mi regalò un lembo di cuoio per provare.
E’ iniziato da lì, da un gesto di fiducia, generosità e disponibilità di uno sconosciuto verso un altro. Mi si aprì un portone (o meglio portale? :D ) enorme, un mondo completamente nuovo: non più teorico, non più schematizzato, non più lontano da me. Finalmente mi immersi nel mondo della sperimentazione.
Sperimentare vuol dire perdere tanto tempo, soldi e materiale; andare verso una direzione sconosciuta e farsi guidare dall’impalpabile: l’istinto.
Ho iniziato immaginando bijoux fatti in pelle, incisi e dipinti a mano con acrilici.. poi sono passata al legno e non mi sono fermata più, non ho potuto farlo.
Quando vedo i miei lavori iniziali, mi intenerisco nel ricordare quanto è difficile perseguire qualcosa che non è ben delineato, si sente ma non si vede. In più, si aggiunge la difficoltà di spiegarlo agli altri, che sentono spesso la necessità di dire la propria senza immedesimarsi.
Bisogna provare, lottare, non ritenere mai alcun dettaglio o circostanza inutile, perché proprio quello che riteniamo (valutando male) tale, potrebbe cambiare, se non la vita, il modo di affrontarla.http://www.incisioniafuoco.altervista.org/pagina-29617.html

DNA

Ho scoperto che Giovanni Allevi ha vissuto due anni di depressione. Un talento riconosciuto in tutto il mondo e sminuito in casa propria. "“Col senno del poi posso affermare con certezza che è stata la mia stessa anima a lavorare in segreto, nel buio. Al risveglio da un incubo ho sentito nella testa una melodia per violino e orchestra. E’ stato un nuovo inizio, il ritorno della Musica, la mia Strega capricciosa”. Suo padre non voleva intraprendesse questa strada. Leggendo l'i...ntervista ho avuto l'ennesima conferma di quanto pensavo: nessuna persona può fermare un'anima nata per , l'istinto, il dna avranno sempre la meglio sulla volontà altrui. La seconda osservazione, riguarda il modo di vivere l'arte : essa è uno strumento, c'è chi lo usa come mezzo di affermazione e chi di comunicazione. Non c'è nulla di sbagliato nel primo caso; a mio avviso, la rende più sterile.
Ti invito a leggere questa intervista, con l'invito perennemente rinnovato: LOTTARE, NON MOLLARE, LOTTARE!
Chi vive e lavora con onestà, chi ha qualcosa dentro di vero e autentico, chi ha da comunicare qualcosa di buono impiegherà il triplo del tempo, delle forze, ma avrà costruito intorno a sè un microcosmo all'altezza dei sogni.
http://www.tipitosti.com/giovanni-allevi-contro-la-casta-dei-musicisti.html